Dove vanno a finire le nostre imposte nella spesa pubblica? La domanda più giusta sarebbe: dove andremo a finire?
Con un comunicato stampa del 2 aprile 2018 l’Agenzia delle Entrate ci informava come sono state distribuite le imposte, la cui destinazione è stata predisposta sulla base dei dati analitici della spesa pubblica elaborata dal Ministero dell’Economia e delle finanze.
Il comunicato afferma che “Nel totale delle imposte considerate, oltre all’Irpef sono ricomprese, se dovute, le addizionali regionali e comunali Irpef, la cedolare secca sulle locazioni, il contributo di solidarietà, l’acconto per somme assoggettate a tassazione separata, l’imposta sostitutiva sui premi di risultato, l’imposta sostitutiva per il “regime di vantaggio” e il “regime forfetario”.
Le imposte relative al 2016 versate da ciascun contribuente sono state utilizzate per le seguenti voci di spesa e relativi valori percentuali:
- Previdenza e assistenza (Protezione sociale) 21,3%
- Sanità 19,3%
- Interessi su debito pubblico 11,0%
- Istruzione 10,9%
- Difesa, Ordine pubblico e sicurezza 8,8%
- Servizi Generali delle Pubbliche Amministrazioni 8,3%
- Economia e lavoro (comunicazioni, agricoltura, att. manifatturiere) 6,6%
- Trasporti 4,4%
- Contributo Bilancio UE 2,7%
- Protezione dell’ambiente 2,5%
- Cultura e sport 2,4%
- Abitazioni e assetto del territorio 1,8%
Dando per veritieri i dati comunicati dall’agenzia delle entrate sarei curioso di sapere se le percentuali di destinazione delle imposte per voci di spesa riguarda anche le altre imposte dirette e indirette (per esempio IRES, IVA, imposta di registro…), cioè se i valori percentuali associati alle varie voci di spesa rimangono inalterate anche per le altre imposte dirette e indirette.
Fonti: